BASTA MORTI DI FREDDO PER STRADA. CHIEDIAMO SPAZI PER I SENZA FISSA DIMORA
BASTA MORTI DI FREDDO PER STRADA. CHIEDIAMO SPAZI PER I SENZA FISSA DIMORA.
Dobbiamo lavorare perché questo non accada più. E per far sì che questo che leggete non sia solo uno slogan, noi della Lista Sansa, assieme a tutta l’opposizione (Linea Condivisa, Pd e M5S) abbiamo inviato una lettera al prefetto di Genova affinché intervenga nei confronti delle istituzioni locali per aprire dei locali che possano ospitare le persone senza fissa dimora.
È in arrivo un’ondata di freddo che nei prossimi giorni colpirà la Liguria. Dobbiamo farci trovare pronti. Non possiamo sopportare di assistere ad altre morti. Non è accettabile. Certo, non è facile in un comune come quello di Genova che ha deciso di dotarsi persino di panchine “anticlochard”, come le ha definite la stampa.
Le persone senza fissa dimora in Italia sono, secondo i dati di UeCoop, oltre 50mila.
“Dimenticati“, così vengono chiamati generalmente. Dimenticati in primo luogo dalle istituzioni. Com’è accaduto per Mario.
Per fortuna, sul territorio ligure ci sono diverse associazioni, come la comunità di Sant’Egidio, che danno accoglienza a chi ha scelto o è costretto alla vita per strada.
Proprio la comunità di Sant’Egidio ha organizzato, il mese scorso, una cerimonia per ricordare Mario. In piazza Piccapietra, scelta perché era il luogo dove stazionava l’uomo, si sono raccolte 300 persone. Alcune con delle candele; altre con la foto di Mario per dargli l’ultimo saluto.
“Mario viveva qui – ha spiegato al Secolo XIX Maurizio Momo Scala volontario di Sant’Egidio – dormiva sulle grate da dove esce aria calda. Era simpatico, istintivo. Era piacevole prendersi cura di lui. In questi ultimi giorni lo avevamo lungamente cercato. Eravamo preoccupati per lui. Era in un gabbiotto, rannicchiato, ucciso da una grave ipotermia. Ha avuto una vita difficile, ma aveva molti amici che gli volevano bene”.
Dobbiamo continuare a lavorare affinché episodi di questo tipo non accadano più.