Non si costruisce soltanto con il cemento e con l’asfalto. Le opere che cambieranno il nostro futuro, che ci faranno vivere meglio e lavorare di più, spesso non saranno visibili. Non potranno essere inaugurabili con un taglio del nastro e non porteranno immediato consenso.

Da oggi dedicheremo settimane all’ambiente. E’ una sfida decisiva per la Liguria e per l’Italia. È uno dei motivi per cui è nata la nostra lista.
Ma la prima sfida che abbiamo di fronte è dare alla parola AMBIENTE un senso più forte e più ampio. Ambiente non solo più come emergenza, ma anche come occasione e risorsa.
È quello che ci chiede l’Unione Europea per garantirci i miliardi del Recovery Plan. È quello di cui abbiamo bisogno noi e le prossime generazioni.
Ambiente, ovviamente, come natura, paesaggio, clima, biodiversità, qualità dell’aria e dell’acqua. Perché mai come ora ci siamo resi conto che si tratta di un bene finito, senza il quale la stessa sopravvivenza del genere umano rischia di essere messa in discussione. Un bene che garantisce salute e perfino uguaglianza e godimento dei diritti.

Ma l’ambiente dovrà essere anche quello di lavoro, perché da qui verranno ricerca, sviluppo, occasioni per i lavoratori e le imprese. I paesi che hanno puntato sulla nuova economia green vantano tassi di disoccupazione e di sviluppo molto maggiori del nostro. Dobbiamo investire nell’ambiente perché è il nostro petrolio, soprattutto in una regione come la Liguria, ambiente significa turismo (il 15 per cento del pil), allevamento, agricoltura, investimento sui prodotti dop che tanto contribuiscono alla nostra economia.

Ambiente è anche salute, perché la pandemia ha definitivamente dimostrato che dove l’aria è più pulita si vive meglio e di più. Perché non possiamo più tollerare che nelle nostre città ci siano quartieri dove la vita media è due, tre anche cinque anni più lunga che in altri quartieri inquinati. Senza ospedali e servizi sanitari.
Ambiente è coesione sociale, perché la salvezza dei piccoli comuni e dell’entroterra passa anche dalla creazione e dal recupero di un ambiente naturale e umano. Non si è costretti a emigrare se i nostri borghi sono recuperati, se sono forniti di scuole, ospedali, case pubbliche della salute, strutture per gli anziani.
Ambiente, infine, sono anche infrastrutture, sì, ma a basso impatto. E trasporti, prima di tutto pubblici e puliti.
Ambiente è quello che sapremo garantire ai giovani. E senza i giovani – le loro energie, le loro idee, il loro coraggio – nessun progetto può essere realizzato. Dobbiamo dare ai giovani il DIRITTO DI NON EMIGRARE. IL DIRITTO DI RESTARE NELLA LORO TERRA.

Oggi parte il nostro viaggio: ci sarà spazio per le nostre battaglie (le centrali elettriche, le miniere, le cementificazioni), ma tanto anche per le proposte (nuove imprese, riutilizzo virtuoso degli spazi dismessi, ricerca, economia circolare, trasporti puliti). Perché fare politica significa combattere quello che non va e proporre alternative concrete.
Faremo parlare i cittadini, gli amministratori, gli esperti e anche tante persone di altre regioni che ci raccontino sfide e idee.
Perché dobbiamo costruire una RETE che vada anche oltre i nostri confini. Soltanto insieme si vince.
Dobbiamo realizzare un ambiente sociale, politico, economico. Umano. L’ambiente è il luogo e il tempo in cui viviamo. È, in fondo, la nostra vita.

Ferruccio Sansa, Selena Candia e Roberto Centi.

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