Con Roberto Centi e Selena Candia stiamo continuando la nostra battaglia per difendere la sanità pubblica. In Regione stiamo cominciando a discutere il piano socio sanitario della giunta Toti. E’ documento estremamente vago, che potrebbe contenere tutto e il contrario di tutto. Ve ne parleremo nel dettaglio nelle prossime settimane.
Intanto continuiamo a impegnarci in diverse direzioni.
a. L’incontro con i sindacati
Insieme con i colleghi di Pd, M5S e Linea Condivisa abbiamo incontrato i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil che si occupano di sanità. Partiti e sindacati hanno compiti diversi, ma nel rispetto dei ruoli il confronto con chi da decenni si occupa della sanità – tutelando il lavoro degli operatori, ma anche la salute dei cittadini – è essenziale. Abbiamo deciso di concentrarci su alcuni punti: recupero delle liste d’attesa, contratti di lavoro con particolare riferimento agli operatori dell’emergenza, residenze assistite, cura delle persone non autosufficienti ed edilizia sanitaria.
b. Le visite ai pronto soccorso: la sanità è fatta di ospedali, ma soprattutto di persone
In queste settimane ho visitato i pronto soccorso degli ospedali San Martino, Villa Scassi e Santa Corona. A volte mi chiedo che cosa sono in grado di portare in quei luoghi. A volte temo che prevalga un senso di impotenza di fronte alla sofferenza dei malati, dei loro parenti. Eppure quando esco provo anche uno stato d’animo di speranza, di vicinanza di fronte all’impegno di medici e infermieri, ma anche ai gesti di solidarietà tra malati e familiari.
Credo che tutti dovremmo visitare i pronto soccorso della nostra regione perché qui appare evidente che la nostra sanità ormai è vicina al collasso. L’ho visto a San Martino dove non è raro trovare malati per giorni sulle barelle in attesa di essere ricoverati nei reparti. Immaginate se succedesse a voi, alle persone che amate: tre, quattro giorni così, da una parte un muro, dall’altra un’altra barella. “Aiuto, aiuto”, senti urlare. C’è gente che non riesce a muoversi, a espletare i propri bisogni. Gli operatori fanno il possibile e magari l’impossibile, ma talvolta devono arrendersi. Mettono un pannolone, passano, sussurrano due parole e devono correre da un malato che arriva in codice rosso.
Ma più di tutto, forse, mi ha colpito Santa Corona dove sono stato una notte, proprio per vedere come funzionano i turni notturni. Qui il problema non è l’affollamento, neanche la struttura. Il nodo è… che non ci sono i medici. Ormai nel pronto soccorso dell’ospedale di Pietra Ligure oltre la metà dei medici è dipendente di cooperative. Di venti medici dipendenti che c’erano appena due anni fa ne sono rimasti otto. Meno della metà. E’ in atto un vero e proprio esodo verso il privato. La soluzione adottata è sconcertante: affidarsi alle cooperative. Medici che arrivano da altre regioni, talvolta da altri paesi (perfino Israele e Marocco), che magari non parlano neanche bene l’italiano.
Il risultato l’ho visto con i miei occhi: medici che un giorno sono in Liguria e la notte dopo in Lombardia, che rischiano di non conoscere l’ospedale dove si trovano, i colleghi, le procedure utilizzate e le attrezzature.
E’ un rischio per i malati. E un costo esorbitante: i medici delle cooperative arrivano a costare 120 euro l’ora, cioè 1.440 euro per un turno di notte.
c. la sanità spettacolo e le nostre iniziative in aula
La prevenzione si fa soltanto in televisione
Di fronte a questa situazione la giunta Toti continua con la sua “politica spettacolo”. E’ di questi giorni la notizia che la Regione ha deciso di spendere 100mila euro per dieci spot di un minuto ciascuno con l’attrice Carla Signoris. Oggetto: informare sulla necessità della prevenzione.
Avete capito bene: si spendono centomila euro per fare spot sulla prevenzione, ma poi non ci sono le risorse per farla davvero. Vedremo in televisione – anche sul solito Primocanale – delle pubblicità che ci diranno quanto è importante effettuare visite per prevenire i tumori della pelle e i melanomi. Ma poi gli esami necessari talvolta non sono nemmeno prenotabili.
Per questo, per conoscere tutti i dettagli dell’operazione, ho presentato due interrogazioni in Consiglio Regionale.
Non solo: nei giorni scorsi Toti e l’assessore Angelo Gratarola hanno presentato di fronte a giornali e telecamere la nuova struttura del pronto soccorso di Villa Scassi che garantisce 23 nuovi posti letto. Ottima notizia. C’è, però, un dettaglio: a Sampierdarena mancano 12 medici! E il concorso per assumerne almeno 5 è andato deserto.
Anche su questo ho presentato un’interrogazione in Consiglio.