di Alessandra Ghezzi

Si sa che noi italiani abbiamo la memoria corta, subiamo le peggiori angherie e, come i famigerati pesci rossi, dopo un brevissimo lasso di tempo, ci dimentichiamo tutto e siamo pronti a…farci fregare un’altra volta. Sono passati tre anni dalla sciagura del ponte Morandi e nulla è cambiato: Autostrade non solo è sempre concessionaria della rete autostradale, ma la rete, che non è stata se non in minima parte oggetto dei promessi lavori, si è ulteriormente ammalorata mentre la medesima società si sta mettendo in tasca i nostri soldi (con pedaggi aumentati già da diversi anni sull’intera rete italiana) per l’imminente costruzione della Gronda e, ironia della sorte, un nuovo viadotto sboccerà come un fiore di cemento accanto ai tre balzati agli onori delle cronache proprio in questi giorni per il grave stato di deterioramento in cui versano, ma ne parleremo più avanti.

E’ di pochi giorni fa l’uscita del nostro presidente Toti, che ci rassicurava in merito ai problemi sorti due fine settimana fa, quando la Liguria, come era facilmente prevedibile, si è trovata completamente paralizzata a causa dei lavori presenti da est ad ovest su tutto il tracciato ligure: scambi di carreggiata, restringimenti, chiusure di caselli, gallerie pericolanti…il campionario dell’orrore è vario e ampio: infrastrutture in colpevole abbandono da decenni ora presentano il conto e, indovinate chi lo pagherà? Noi! Nella migliore delle ipotesi passando ore incolonnati in autostrada, nella peggiore…meglio non pensarci.
Si potrebbe pensare ad una qualche iattura in virtù della quale, appena il nostro presidente parla, si verificano eventi opposti alle sue dichiarazioni, ma in questo caso no, si tratta evidentemente di situazioni appese ad un filo, pezzi di cemento marcescenti da troppo tempo, viadotti sospesi e appesi a quel che resta dopo il lavoro lento ma inesorabile della corrosione, come i destini di noi utenti di autostrade, costretti a preghiere – per chi crede – o a gesti scaramantici, ogni volta che entriamo da un casello ed affidiamo la nostra vita agli adoratori del profitto (loro) a discapito della sicurezza (nostra).

Così, giusto qualche giorno dopo le suddette parole rassicuranti di Toti, che dimostra comunque di non avere il polso della situazione reale al di fuori della sua solita propaganda, ecco la tegola sulla testa di tutti noi: il cosiddetto super ispettore del MIT, Placido Migliorino, ci informa che sono OTTO i viadotti sotto osservazione in Liguria e che presentano ammaloramenti piuttosto gravi, tali da richiedere limitazioni alla viabilità su tutta la rete ligure, essendo i ponti incriminati situati sulla A7 Genova Milano, sulla A10 tra Genova e Savona ed anche sulla A12 tra Genova e Spezia. Proprio sulla A12 si trova il “malato” più grave, il viadotto Valle Ragone che, tra lo sconcerto generale, viene immediatamente chiuso al traffico dei TIR superiori alle 3,5 tonnellate e, pare, verrà riaperto solo domenica 16 maggio.
Tra i viadotti incriminati ce ne sono ben tre che si affiancano e viaggiano paralleli per meno di un chilometro, da ponente verso Genova (e viceversa), sopra il fiume Leira (noto alle cronache per le alluvioni che si sono susseguite negli anni, tra l’altro), a Voltri. E, sotto questi viadotti, dai quali già in passato sono caduti grossi calcinacci, che per puro caso e vera fortuna hanno cagionato danni ad abitazioni e automobili, ma non a persone, io passo più volte al giorno. Capisco la notizia non sia rilevante di per sé, ma vi assicuro che, per un abitante della zona come me, sentire certe notizie e ripensare a tutte le volte che, non senza un brivido in verità, sono passata lì sotto a piedi o in macchina, fa un certo effetto.

Ma torniamo alle cronache ed alle conseguenze, immaginabili, che la chiusura del viadotto Ragone ha provocato: il viadotto si trova tra Lavagna e Sestri Levante ed è quindi la sola via che hanno i mezzi pesanti per transitare da ponente a levante in Liguria e da lì raggiungere La Spezia e Livorno. Per un TIR diretto a Livorno che si trova davanti (qui siamo al casello di Genova Pra’) l’avviso in foto, significa allungare il percorso di 180 chilometri, ovvero circa 300 euro in più a tratta, insomma raddoppiare il costo di trasporto. È dunque una situazione insostenibile per autotrasportatori ed aziende del settore logistico che hanno proclamato un clamoroso sciopero: uno stop totale dell’autotrasporto per cinque giorni, a giugno, iniziativa senza precedenti.
Se questa chiusura è la punta dell’iceberg-autostrade, il resto della rete ligure non è esente da problemi, causati dagli innumerevoli cantieri che, con scambi di carreggiata e restrizioni un po’ ovunque, fanno schizzare in alto il numero degli incidenti e costringono i viaggiatori liguri a restare paralizzati in coda per ore, in un inferno di cemento e lamiere roventi.
Martedì 11 maggio è stata una giornata particolarmente difficile sulla rete autostradale, tanto per citare quello che può essere un qualsiasi giorno infrasettimanale in Liguria, con 15 km di coda in due diverse situazioni tra Savona e Genova, e ripercussioni gravissime sul traffico cittadino a Savona ed in Aurelia: la viabilità ordinaria non è riuscita infatti ad assorbire il traffico in uscita dall’autostrada e la paralisi è stata totale.
Nel frattempo in A12 tra Recco e Chiavari in direzione Rosignano si sono registrate code fino a 7 chilometri per un veicolo in avaria ed anche sulla carreggiata opposta, ci sono stati 5 km di code tra Recco e Rapallo per lavori. Insomma, nient’altro che la cronaca di un giorno di ordinaria follia sulla rete autostradale ligure mentre, alla luce di quanto prospettato dall’ispettore Migliorino, la situazione sarà ulteriormente aggravata da prossime chiusure e limitazioni su altri viadotti. Ci aspetta la terza estate da prigionieri in casa nostra, impediti nei nostri spostamenti, con un danno certo e pesante per l’economia del nostro porto e per il turismo che, proprio ora, sta cercando timidamente di rialzare la testa dopo la pandemia.
E noi cittadini, vessati e arrabbiati, ci chiediamo: qualcuno risponderà mai di tutto questo?

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