Avete mai camminato in un bosco di notte? E’ una sensazione strana: sei solo, c’è buio, hai paura, ma senti in qualche modo intorno a te la vita.
E’ misteriosa la vita degli alberi.
Anni fa ne parlavo durante un’intervista con lo scrittore americano Richard Powers. Aveva appena scritto un libro che aveva vinto anche il premio Pulitzer: “Il sussurro del mondo” (La Nave di Teseo). Protagonisti non erano le donne e gli uomini, ma gli alberi. “Gli alberi”, mi diceva Powers, “vivono, sentono, in qualche modo per noi incomprensibile, agiscono e cooperano tra loro. Si aiutano. Dobbiamo smettere di pensare di essere il centro dell’universo”.
Adesso mi è capitato tra le mani un altro libro che prova a penetrare nel mistero degli alberi: “Essere una quercia”, di Laurent Tillon (edizioni Contrasto). Racconta il tentativo di un ‘dialogo’ tra uno studioso e una pianta.
In fondo è vero, non c’è soltanto l’uomo al mondo. E questo pensiero invece sminuirci dovrebbe alleggerirci. Siamo meno soli.
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