TIRRENO POWER VADO: TRASCURATI GLI IMPATTI SU SALUTE E AMBIENTE
“L’emissione di particolato primario non è stato preso in considerazione”. Questa è solo una delle criticità che emergono dallo studio realizzato da Terra srl (società savonese che svolge analisi geognostiche in tutta Italia) sulla valutazione d’impatto ambientale del progetto di ampliamento della centrale termoelettrica Tirreno Power.
Secondo l’analisi presentata dalla società, non sarebbe chiaro neppure se lo studio di impatto rispetti o meno il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima, il quale mette tra i primi punti la decarbonizzazione a favore delle fonti di energia rinnovabili.
Non solo, nel report viene messa in dubbio anche la necessità di ampliamento della Tirreno Power: “è stato dimostrato che nel 2019 la centrale ha lavorato a un terzo delle proprie capacità”, si legge nel documento.
Altrettanto preoccupanti sono i risultati delle analisi svolte dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche: nel il periodo che va dal 2001 al 2013 (quando la centrale era a carbone), le morti per tumore hanno visto un incremento che va dal 30 al 60 per cento. Questo accade a Vado Ligure, nelle aree esposte agli inquinanti della centrale Tirreno Power. È in corso un processo per disastro ambientale e sanitario colposo e la centrale è sotto sequestro dal 2014.
Anche il comune di Quiliano, il più colpito dagli effetti della centrale, ha commissionato un’analisi critica dello studio d’impatto ambientale che è stato pubblicato lo scorso dicembre.
Tornando alle criticità sollevate da Terra srl, nel report si legge che “il progetto di ampliamento non prenderebbe in considerazione alcuni aspetti fondamentali tra cui gli impatti sul territorio e sulla salute della popolazione limitrofa”.
Per esempio, la mancanza dell’analisi dell’emissione del particolato primario “andrebbe approfondita poiché non può essere pari a zero in alcun processo chimico”. Gli studi epidemiologici hanno mostrato una “correlazione tra le concentrazioni di polveri in aria e la manifestazione di malattie croniche alle vie respiratorie”. A livello di effetti indiretti inoltre il particolato agisce da veicolo per sostanze ad elevata tossicità.
L’istituto della Sanità è intervenuto su questo tema e sul sito del ministero dell’Ambiente ha pubblicato un documento che analizza quali impatti ambientali e sanitari potrebbero ricadere sulle aree circostanti alla Tirreno Power. Dati che, anche in questo caso, non prendono però in considerazione l’emissione di queste particelle.
Scendiamo nel tecnico: dal punto di vista ambientale, considerando che le emissioni di gas metano sono climalteranti e che per produrre 1 kw/h vengono emessi 500g di Co2 (mentre produrre la stessa quantità di energia con un pannello fotovoltaico ne emetterebbe solamente 50g) sarebbe meglio investire nel rinnovabile piuttosto che continuare ad ingrandire le centrali a gas e carbone.
Ecco, noi chiediamo sia a Toti che all’assessore competente quali intenzioni intendano assumere di fronte a tale richiesta. Lo chiediamo pubblicamente e lo faremo anche in Consiglio regionale in modo urgente.
Ricordiamo che i cittadini delle zone coinvolte e i comitati stanno manifestando timore e chiedono risposte immediate. Se ciò non bastasse, anche l’Unione europea ritiene, ormai, superato questo tipo di centrali.
Il territorio di Vado e Quiliano ha già subito delle disastrose conseguenze sia in termini ambientali sia sulla salute dei cittadini. È indispensabile, quindi, che la Regione assuma una posizione chiara sulla questione.