UN PROGRAMMA CON UN’ANIMA
Capita anche ai candidati: ripeti dieci, cento volte le stesse parole e rischi di abituarti. Poi d’un tratto le ascolti di nuovo e anche tu ti stupisci. Si, dobbiamo farcela. È una grande occasione.
Così ieri parlavamo con la squadra della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) e di una sfida importante che deve entrare nel nostro programma: RIPRENDIAMOCI I NOSTRI BOSCHI. Non è uno slogan, deve diventare realtà. Già, perché in Liguria ci sono enormi distese di boschi abbandonati. Castagneti e uliveti, per dire. Bisogna riportare gli agricoltori a curarli. Le soluzioni esistono. Esiste in Liguria la Banca della terra che va ripensata.
In concreto: serve una lottizzazione dei nostri boschi (la Liguria ha il primato di superfici boschive, oltre il 70% del territorio). Nel senso di dividerli in lotti, fare una mappatura dei proprietari. Ci sono immense distese che sono pubbliche, dei Comuni soprattutto. Vanno individuate e affidate a chi vuole realizzare un’impresa agricola. Non solo: ci sono migliaia di ettari di bosco che appartengono a persone che non li utilizzano. Da anni. Decenni. Qui bisogna mettere in contatto proprietari e agricoltori. La via giusta non è ‘l’ esproprio’. Occorre far incontrare gli interessi di proprietari e agricoltori. Pensare, per esempio, a una forma di società che coinvolga entrambi.
Sì, riprendersi i boschi è possibile. E bisogna riportarci i giovani, perché oggi sono più numerosi gli agricoltori con più di 70 anni di quelli che ne hanno meno di 40. Occorre un ricambio generazionale. Un passaggio di testimone. Come? Puntando anche sulle cooperative, che possono acquistare i terreni e affidarli ai giovani perché possano avviare nuove imprese. Nei primi due, tre anni – quelli più delicati per chi dà vita a un’azienda – le cooperative garantiscono l’acquisto e la commercializzazione dei prodotti.
Sì, i nostri boschi possono tornare a vivere e a dare lavoro. Pensate a quanti benefici può dare: il nostro entroterra non si spopolerebbe; la terra sarebbe pulita, curata, per evitare frane e dissesto. Di più: il legname, come hanno sperimentato a Sassello, potrebbe essere utilizzato per il riscaldamento degli edifici pubblici. Con impianti moderni che riducono costi e inquinamento.
Ma c’è di più: l’anima della nostra terra viene dall’ambiente, dalla cultura. Ma anche dai sapori e dai profumi, che sono quelli della terra.
L’agricoltura contribuisce a dare un’identità alla nostra regione. Le dà un gusto. Proprio questo attira i turisti.
Vedete, nel nostro programma tutto si tiene. C’è un filo conduttore: l’identità nostra e della Liguria. Il rispetto delle persone e dei luoghi. Il passato e il futuro.
Oggi si può, non perdiamo l’occasione.