Genova è la nostra città. E la nostra casa. Le strade e le piazze non sono spazi di nessuno, ma devono essere di tutti noi. Devono essere luoghi dove potersi sentire sicuri e accolti. Dove poterci incontrare e dover poter esprimere le nostre idee, i nostri talenti. Dove vivere con gli altri.
Essere cittadini e individui significa poter coltivare la propria dimensione individuale e quella collettiva. Siamo donne e uomini insieme, viviamo e cresciamo incontrandoci confrontandoci, ascoltandoci, parlandoci.
Abbiamo le città più belle del mondo in Italia, Genova, non dimentichiamolo mai, è tra queste. Dobbiamo salvare quell’arte di vivere insieme che è nostra. Dobbiamo coltivare le nostre specificità, la nostra identità aprendoci, perché la grandezza di Genova è anche questo: abbiamo come orizzonte il mondo. E dobbiamo, anche questo vuole portare la nostra lista, avere le competenze e la curiosità di studiare e imparare i buoni esempi di altre città, italiane e straniere. Perché così vivremo meglio, sapremo conservare il nostro cuore antico ed essere veramente moderni.
Gli spazi collettivi, pubblici, quindi nostri, sono il primo luogo dove si vede l’anima di una città.
Eccovi alcune delle nostre proposte:
1. DESTINAZIONE DELLE AREE DISMESSE ALLE IMPRESE INNOVATIVE – Basta riempire i vuoti urbani con supermercati e centri commerciali come ha fatto Marco Bucci. Così si uccide il piccolo e medio commercio, si desertificano le strade che diventano meno sicure.
Non solo: le aree industriali dismesse devono essere destinate prioritariamente a imprese innovative, specialmente nel settore green, che portino lavoro e ricerca senza inquinare.
Questo significa avere una visione del futuro e rendere Genova moderna, offrendo anche più occupazione.
2. LE CASE DI QUARTIERE – Realizzeremo in ogni delegazione, sull’esempio di quanto avviene nel Nord Europa, ma anche in città italiane come Trieste, le case di quartiere. Saranno uno spazio pubblico dove ci si possa incontrare. Dovranno essere spazi attrezzati con biblioteche, sale di registrazione per chi vuole fare musica, luoghi espositivi, sale per incontri, eventi o semplicemente per stare insieme e giocare.
3. CO-HOUSING PER GLI ANZIANI – Gli anziani, se le condizioni di salute lo consentono, devono avere il diritto di trascorrere la vita in una casa loro senza un ricorso massiccio alle Rsa. L’esperienza di realtà come Sant’Egidio a Roma, così come l’esempio di quanto avviene per esempio in Germania, hanno mostrato che è possibile garantire la permanenza nelle proprie abitazioni offrendo un’assistenza sanitaria leggera a domicilio. Quando ciò non sia praticabile si può ricorrere a forme di co-housing che consentono agli anziani di vivere insieme in abitazioni comuni. L’esperienza del Covid ha mostrato come la permanenza in ambienti domestici ha garantito una mortalità molto più bassa delle persone fragili. Non solo, così si ottiene un consistente risparmio di risorse pubbliche. Solidarietà, senso della comunità e convenienza possono stare insieme.
4. STADI DI QUARTIERE – La pratica sportiva diffusa è essenziale per il tessuto sociale, per la crescita dei giovani, per il benessere degli adulti. Di più: la Liguria vanta eccellenze sportive, come nella pallanuoto, che devono essere coltivate e difese. Sosterremo la realizzazione in ogni quartiere di una struttura sportiva di riferimento e al recupero di quelle esistenti per esempio nelle parrocchie.
Non solo: occorre creare spazi sportivi nelle piazze (campetti per il calcio, il basket e gli altri sport di strada). Basta spazi vuoti che vengono occupati anche dalla criminalità, basta lasciare ogni centimetro libero al traffico.
5. ARTE E CULTURA PER STRADA – Talvolta gli spazi non mancano, ma c’è bisogno di investirci risorse, fantasia, creatività. C’è un’immensa differenza tra uno spiazzo vuoto e un luogo dove chi vuole possa organizzare concerti, incontri, rappresentazioni teatrali, mostre di strada. Luoghi, anche nei parchi cittadini, con una minima attrezzatura per collegare un altoparlante, un impianto elettrico, delle luci.
6. RECUPERO DEI PARCHI – I genovesi, per quanto ne dica Bucci, sono tra i cittadini italiani con meno verde pubblico a disposizione. E per di più, spesso, è un verde non curato e degradato. Noi vogliamo ripartire da un piano di cura straordinario per tutti i parchi cittadini, partendo dall’Acquasola e Villetta Dinegro in centro, i parchi di Nervi a levante e la Villa Duchessa di Galliera a ponente. I parchi devono essere curati, accessibili e frequentati. Per renderli vivi può bastare poco: bar, baby pit-stop, aree sport, wi-fi libero, spazi per eventi. Parallelamente serve un progetto di riqualificazione e collegamento di tutti i parchi fuori dal centro abitato, partendo dal Parco delle Mura. Riqualificarli non vuol dire renderli un parco divertimenti per i crocieristi tramite una funivia, ma renderli vivibili per i genovesi e per tutti i turisti che apprezzano la natura e i sentieri per passeggiare.
7. SPAZI ATTREZZATI PER I BAMBINI – E’ troppo facile dire che a Genova ci sono pochi bambini. Oltre a garantire asili nido accessibili (di questo parleremo più nelle prossime puntate), oltre a ripristinare una rete di assistenza sociale che sostenga le famiglie (un patrimonio smantellato dal centrodestra) dobbiamo garantire ai bambini dei luoghi attrezzati di gioco, svago e ritrovo in ogni quartiere. Questo è il nostro impegno: garantire ai genovesi più giovani spazi di qualità, sicuri e protetti. Incontrarsi per i piccoli significa crescere meglio, per i loro genitori condividere le esperienze in un momento splendido, ma impegnativo e delicato.
8. BOOK CROSSING ALLE FERMATE DEL BUS – Riappropriarsi degli spazi, anche quelli minimi, per sentirli propri, per non avvertirli come estranei è possibile. Ci sono tante soluzioni, come avviene per esempio a Oslo in Norvegia. Perfino le fermate dell’autobus, con un minimo investimento, possono essere attrezzate per trovarvi informazioni, per scambiare libri.
È una cosa piccola, minima, ma dimostra uno spirito diverso: la cura per i dettagli.
Soprattutto l’attenzione per le PERSONE.